Mission


  • Il Dojo

     

    Il DOJO (così viene chiamato il luogo dove viene praticato il judo), oltre che un luogo per praticare un’attività sportiva, rappresenta anche un punto di aggregazione, in modo che gruppi di giovani e meno giovani, normodotati e diversamente abili, riccionesi e non, possano trovare nel dojo anche una palestra di vita.

     

    Calligrafia di Jigoro Kano ”Sotto il Cielo nulla è più importante dell’istruzione. L’insegnamento di una persona virtuosa può influenzarne molte altre. Ciò che è stato profondamente appreso da una generazione può essere tramandato a centinaia di generazioni successive”.

    Tratto dal libro “Il Padre del Judo” di Brian N. Watson - Edizioni Mediterranee.

     

    Judo come Metodo educativo per i giovani

     

    A differenza di molti sport noti, quando si parla di judo non si dice “andiamo a giocare al judo”, ma si usa dire “andiamo a fare/praticare judo”. Infatti il judo non nasce come un gioco divenuto poi sport agonistico, ma come metodo educativo basato sull’insegnamento di tecniche di attacco e difesa, finalizzato al miglioramento della singola persona e della società, costituendo LA VIA PER IL MIGLIOR IMPIEGO DELL’ENERGIA. Pertanto, pur essendo evidentemente un’attività ludica (soprattutto per i più piccoli), il judo fin dall’inizio della sua pratica, impone dei rituali, che sono l’essenza di tutti gli insegnamenti successivi. Per esempio, il rituale del saluto all’inizio e alla fine di ogni sessione di allenamento è un modo per ringraziare l’insegnante e tutti i compagni. A sua volta l’insegnante ringrazia gli atleti dell’occasione che questi gli hanno dato di trasmettere le proprie conoscenze e di ciò che lui stesso ha imparato rapportandosi con ognuno di loro.

     

    Judo per diversamente abili

     

    Un altro aspetto di sicuro valore morale e sociale è legato alle disabilità. Infatti, in tutto il territorio nazionale, sono numerose le esperienze di ragazzi affetti da disabilità importanti (sindrome di down, non vedenti, autismo, ritardi mentali ecc.) che praticando il judo sono riusciti a migliorare le loro capacità motorie, ovvero a controllare istinti aggressivi tipici di alcune patologie, ma soprattutto ad integrarsi in un ambiente sociale di normodotati.